venerdì 6 maggio 2011

PLASTIK: anche la conduzione è di plastica



La conduzione di Elena Santarelli a Plastik (martedì, prima serata), il programma di Italia1 dedicato alla chirurgia estetica, è davvero di plastica e se c’è qualcosa che avrebbe bisogno di qualche ritocchino, è quella. Non è all’altezza, è dolorosamente evidente, e vederla mentre sfodera tanto di sorriso ammiccante dopo aver annunciato che un paziente superobeso di 200 Kg potrebbe rischiare la vita in un’operazione per mettere un bendaggio gastrico è veramente un pugno nello stomaco. La scenografia del programma - una casa della Barbie a grandezza umana, color confetto - è spettacolosa  e azzeccatissima, perché trasmette in un istante, e meglio di quanto non abbia fatto la tiritera mal recitata della conduttrice, la filosofia del programma: la bellezza ideale è di plastica e la chirurgia plastica è un gioco.

Il docu-reality, si muove, mi pare di capire, su tre fronti. Il più trash in assoluto è quello che con enfasi fa l’elenco di tutti i “miglioramenti” della Hollywood finita sotto i ferri, quasi a dirci che se si è delle star è scontato farlo e magari, come Demi Moore (nella prima puntata) spendere per questo 360.000 dollari, contati voce per voce. Poi c’è una sezione di casi estremi, in positivo e in negativo, che costituiscono più una curiosità che altro. Per prenderli ancora dalla prima puntata, pensiamo alla bimba dalle otto gambe, giustamente sottoposta a operazioni ortopediche e plastiche per liberarla dal gemello parassitario, e all’uomo gatto, l’americano che aspira a essere una tigre e si fa modificare le fattezze per sembrare tale, con operazioni svolte al di fuori del suo Paese dove sarebbe illegale, perché contro i principi etici oltre che pericoloso.

E poi c’è la sezione degli interventi “di tutti i giorni” (rinoplastiche, mastoplastiche, per sistemare le orecchie a sventola, iniezioni di botox per rinfrescare e ringiovanire il volto…), qualcuna tradotta dall’inglese con medici stranieri – ma senza l’indicazione della fonte – e una gran porzione di casa nostra, con quattro medici a far da protagonisti: Marco Klinger, Franz W. Baruffaldi Presi, Giulio Basoccu e Fiorella Donati. La sensazione generale è che più che altro si facciano pubblicità. Che come medici siano rigorosi nessuno lo nega, ma non parlare di rischi, possibili complicazioni e dolore è come minimo sospetto. E da quando le trasmissioni mediche rigorose hanno una colonna sonora che comprende Madonna, Rihanna, Lady Gaga, Aguilera, Pink, Kesha? La canzone che avrei voluto veramente, e come sigla, era “Barbie Girl”, degli Aqua, semmai. Non iniziamo nemmeno il discorso sugli stereotipi di genere.

2 commenti:

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  2. ah ah ah ah "Barbie Girl" degli Aqua sarebbe stata azzeccatissima... anche per la Santarelli oltretutto!!! ;)

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