Il 17 maggio di ogni
anno si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia. Per celebrarla ho
deciso oggi, e nelle settimane a seguire, di fare una piccola guida, puntata
per puntata, alla serie culto gay, ideata a scritta da Russell T. Davies, Queer
As Folk, una delle mie preferite di tutti i tempi. In proposito ho anche
scritto in passato un
saggio per Ol3Media sull’uso
politico del “linguaggio gnomico” in questa serie, che ha come protagonisti tre
ragazzi in quel di Manchester: Stuart (Aidan Gillen, ora nel cast de Il Trono di Spade), Vince (Graig
Kelly), e l’adolescente Nathan (Charlie Hunnam).
Per la prima volta protagonisti
assoluti sono proprio i gay, i “queer”, che in italiano sarebbero i “froci”,
con un termine che, nato come insulto, assume una valenza identitaria positiva.
Rivendicano la propria alterità e centralità di fronte all’eteronormia che li
marginalizza. È una storia di amore mai esplicitamente vissuta e confessata
(fra Stuart e Vince) e un Bildugsroman
(per Nathan). Centrale è il sesso.
Si potrebbe quasi dire che la prima stagione è
“Queer as Folk”. La seconda intesa come un blocco unico di un paio d’ore è
venuta solo in seguito. Qui, nella prima stagione, c’è già tutto: le storie, il
rapporto fra i personaggi, il sesso, il linguaggio… Le due linee che si
intersecano sono quella di Stuart e Vince e quella del giovane Nathan, appunto,
con attorno una miriade di personaggi che, sebbene minori, sono molto ben
caratterizzati. Non sono macchiette, ma vere e proprie personalità di cui
semplicemente non abbiamo il tempo di indagare la vita.
Narrativamente un consistente punto di svolta è
dato dall’uscita di Phil e l’arrivo di Cameron. Idealmente la stagione è però
spaccata in due dal cambio di regia. I primi quattro episodi sono infatti affidati
a Charles McDougall, i secondi quattro a Sarah Harding. Si nota subito, in
particolare nella rappresentazione del sesso, molto più esplicita e insistita
nella prima parte, più intimista nella seconda. Un regista ancora diverso ci
sarà per la seconda stagione.
Ma partiamo con la promessa guida.
Episodio 1 ( visibile su YouTube diviso
in tre parti: prima, seconda
e terza).
Scritto da: Russell T. Davies
Regia: Charles McDougall
Plot. Manchester, Canal Street, Babylon. Il giovane Nathan è lì per la
prima volta. Stuart lo punta e lo rimorchia, mentre i suoi amici Vince e Phil
rimangono a bocca asciutta, come sempre o quasi. Se ne tornano a casa, ma Vince
viene seguito da un tutto muscoli che finisce per invitare in casa. Stuart si
porta Nathan al suo appartamento. Nathan per la tensione non smette di parlare.
Si baciano con voracità, poi finiscono a letto. Mentre Stuart è sopra di lui e
glielo sta massaggiando arriva una telefonata: è Lisa, che gli comunica che gli
è nato un bimbo. Stuart telefona a Vince che trova una scusa per lasciare il
“palestrato” e va a prendere l’amico. Corrono all’ospedale, anche Nathan, e
fanno la conoscenza del bimbo a cui danno il nome. Sul tetto dell’ospedale Stuart riflette sulla
“pazzia” che ha fatto e Vince si congratula. Poi Stuart prende della droga,
Vince lo riporta casa. Nathan, su invito di Stuart, insiste per rimanere con
lui. A casa fanno sesso, mentre Vince, nella sua, si guarda una puntata di
“Doctor Who”. La mattina dopo, Vince si risveglia con il vandalismo alla
macchina di Stuart che era parcheggiata sotto casa sua, e gli insulti dei
bambini che glielo hanno fatto. Stuart vede casa sua tutta sottosopra: lo ha
fatto lui sotto l’effetto della droga. Si rende conto di aver avuto un bambino.
Lui e Nathan fanno la doccia e ancora sesso, poi, insieme a Vince, lo
accompagnano a scuola, su quella jeep su cui compare la scritta “queer”.
Commento. Da
buon pilot la puntata presenta in primo luogo i personaggi principali. E’ come
se ci fosse uno scarto temporale (più di 6 mesi) fra il momento in cui le
vicende vengono raccontate e il momento in cui sono accadute. Tutti e tre i
personaggi infatti vengono inquadrati di volto, quasi intervistati, su sfondi
monocromatici differenti e, appunto, raccontano. Le battute e le scene
memorabili si sprecano. Lo humor viene subito individuato come un ingrediente
fondamentale, con il palestrato che segue Vince, che poi si toglie i muscoli
posticci, rivela una pancia enorme e si annusa le ascelle. La musica,
l’orecchiabile ritornello della sigla, insegue i protagonisti nella loro corsa
fra le corsie dell’ospedale. Il rapporto fra Stuart e Vince viene subito
delineato, dagli scambi fra i due ed in particolare dalla scena sul tetto
dell’ospedale, dove rifanno la scena del “Titanic” con le braccia aperte.
Portante il sesso, visivamente molto presente in tre momenti differenti fra
Nathan e Stuart. Stabilita la passione di Vince per “Doctor Who”: la scena che
Vince guarda si presta ad una lettura decisamente porno. L’atteggiamento di
Stuart (e della serie) nei confronti del mondo si racchiude bene in quell’auto
con la scritta rossa “QUEER” sulla portiera: esibita senza vergogna, con
fierezza.
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